A volte dietro la vendita di un immobile si nasconde in realtà una donazione. Le ragioni possono essere molteplici, considerando il fatto che è molto più difficileimpugnare una compravendita (dietro la quale c’è il passaggio di denaro). Ma, come ha ricordato una recente sentenza del Tribunale di Padova, ci sono degli indizi che dimostrano chiaramente la presenza di quella che giuridicamente viene chiamata “simulazione”.
Prima di tutto bisogna considerare che l’atto di proprietà non è una prova intangibile che si sia trattato della vendita di una casa e non di una donazione. Mettiamo il caso, ad esempio, di un genitore che prima di morire apparentamente venda una casa al proprio figlio, quando in realtà si è trattato di una donazione, e in questo modo priva gli altri figli della propria quota di leggittima proprietà. Questi, come sentenziato dal Tribunale di Padova, possono dimostrare che si è trattato di una vendita falsa attraverso testimoni o indizi, quali ad esempio
- L’assenza di tracce del pagamento del prezzo dell’immobile con conseguente passaggio di denaro tra venditore e acquirente
- Il valore di vendita dell’immobile, indicato nel contratto, è nettamente inferiore a quello effettivo.
- Il fatto che il genitore non abbia bisongo di denaro visto la presenza di consistenti risparmi accumulati in banca
- Il fatto che il venditore abbia conservato l’usufrutto della casa
Secondo i giudici del Tribunale tali indizi sono sufficienti a dimostrare la volontà delle parti di non prevedere un pagamento per la cessione dell’immobile.
Gli indizi e i testimoni sono validi solo per quanto riguarda i terzi e i creditori. Nel caso in cui sia proprio il beneficiario a voler dimostrare al giudice che il passaggio di proprietà è frutto di una donazione e non di una vendita dovrà ricorrere a una scrittura privata.
FONTE : IDEALISTA