Se si è intestatari di una casa popolare, ossia un’abitazione concessa a chi non può permettersi un immobile abitativo proprio, in affitto o in proprietà, in determinate circostanze si può incorrere in uno sfratto.
Vediamo quando può intervenire lo sfratto e qual è la procedura.
Quando può avvenire lo sfratto da una casa popolare
La casa popolare è un immobile che viene assegnato alle persone con reddito inferiore a una certa soglia, che non hanno la capacità economica di prendere in affitto una casa da un privato ai prezzi di mercato e tanto meno acquistarlo.
Si tratta di abitazioni realizzate dallo Stato allo scopo di assegnarle alle persone bisognose.
Per accedervi, va fatta domanda al Comune di residenza o ad altro ente che mette a disposizione gli alloggi, come la Provincia o la Regione, che permetterà di entrare in una graduatoria, che porterà poi all’assegnazione una volta arrivato il proprio turno.
L’assegnatario deve corrispondere un importo come canone di locazione: tale contributo è molto basso se paragonato ai normali prezzi degli affitti sul mercato, ed è proporzionato alla situazione reddituale dell’inquilino.
Se, però, il locatario non paga regolarmente il canone stabilito e diventa inadempiente, interviene lo sfratto per morosità.
Lo sfratto può avvenire anche se vengono meno altri requisiti che legittimano la permanenza nell’immobile, per esempio:
- se l’inquilino non rispetta più i requisiti economici che hanno portato all’assegnazione;
- se diventa proprietario di un immobile;
- se modifica i locali senza autorizzazione;
- se subaffitta o cede l’alloggio a terzi.
In tutti questi casi si configura la giusta causa di sfratto.
Qual è la procedura di sfratto in una casa popolare
Per le case popolari esiste una specifica disciplina relativa allo sfratto.
Gli enti pubblici che gestiscono le case popolari possono richiedere lo sfratto dell’inquilino con ricorso diretto al Presidente del Tribunale.
Il responsabile dell’istituto che ha assegnato l’alloggio presenta una dichiarazione attestante il venir meno dei requisiti.
Il Tribunale tramite decreto fa un’ingiunzione di pagamento al debitore, che deve saldare il dovuto entro 40 giorni dalla notificazione. Se l’inquilino continua a essere inadempiente, si procede allo sfratto.
fonte:immobiliare.it