Mutuo prima casa, cosa cambia con il nuovo decreto fiscale 2020? Vediamolo insieme.
Stop al pignoramento della prima casa in caso di difficoltà di pagamento del mutuo per la prima casa. Si tratta di una delle novità del decreto fiscale 2020. Da quest’anno infatti, quando si verifichino quelle condizioni che portano normalmente alla messa in asta dell’immobile, potrà essere invece possibile rinegoziare il mutuo, se l’immobile in questione è l’abitazione principale in cui si risiede regolarmente. Tale procedura potrà essere avviata per i pignoramenti attivi tra il 1 gennaio 2010 e il 30 giugno 2019.
Quali requisiti si devono possedere per impedire il pignoramento della casa? Eccoli:
- la casa deve essere acquistata con un mutuo;
- l’abitazione deve essere residenza del debitore;
- la casa deve essere abitazione principale, la tutela non vale per le seconde case;
- il creditore deve essere una banca
- al creditore deve essere stato rimborsato almeno il 10% del prestito.
Come si richiede la rinegoziazione del mutuo in caso di rischio pignoramento? Entro il 31 dicembre 2021 potranno essere presentate le domande per cifre non eccedenti i 250 mila euro e per importi che non siano inferiori al debito residuo più interessi.
In caso la domanda venga respinta, il debitore potrà ricorrere ai parenti fino al terzo grado, per i quali varrebbero gli stessi requisiti: se la domanda del parente venisse accettata, questi diverrebbe proprietario dell’immobile, con il diritto per il debitore di abitarvi per cinque anni, al termine dei quali il possesso tornerà al debitore originario solo se costui sarà stato in grado di restituire il denaro prestato.