La Banca d’Italia ha pubblicato lo studio “Tassazione e mercato immobiliare in presenza di frizioni di ricerca” di Danilo Liberati e Michele Loberto, che analizza gli effetti della tassazione immobiliare in un mercato competitivo con forte domanda e offerta e mostra un nuovo modello che sposti la responsabilità fiscale dai padroni di casa agli inquilini.
In particolare, il lavoro esamina, da un punto di vista teorico, l’impatto di lungo periodo della tassazione della proprietà immobiliare e di quella dei redditi da locazione sui prezzi delle abitazioni e su altre variabili del mercato immobiliare.
Il modello considera congiuntamente il mercato della proprietà e quello della locazione e determina simultaneamente le scelte delle famiglie relative sia al titolo di godimento dell’abitazione di residenza (proprietà oppure affitto) sia, per i proprietari di più abitazioni, alle modalità d’uso delle seconde case (locazione, vendita e disponibilità per usi personali).
Nel lungo periodo l’inasprimento delle imposte sulla proprietà della prima casaavrebbe un effetto negativo sia sui canoni di affitto sia sui prezzi delle abitazioni; a un aumento delle imposte sulla proprietà delle seconde case corrisponderebbe invece un generalizzato impatto positivo sui prezzi. In quest’ultimo caso infatti i proprietari possono traslare parte delle imposte agli affittuari, elevando i canoni di affitto; inoltre, l’aumento degli affitti rende relativamente più conveniente l’acquisto di una casa di proprietà.
Una variazione del solo prelievo sui redditi da locazione avrebbe un effetto qualitativamente simile alla variazione della tassazione sulla proprietà delle seconde case.