
Sfratto con minorenni: cosa prevede la legge e quali tutele sono garantite
Lo sfratto con minorenni è legalmente possibile, anche negli alloggi popolari, ma la normativa italiana impone la tutela dei soggetti più vulnerabili. In questi casi, il giudice ha l’obbligo di valutare attentamente la situazione familiare e garantire il benessere dei minori, evitando che lo sfratto comprometta la loro stabilità e sicurezza.
La semplice presenza di figli non blocca la possibilità di disdire un contratto di locazione, ma può allungare i tempi necessari per procedere. Il giudice può infatti concedere un periodo di grazia all’inquilino per regolarizzare la propria posizione economica: fino a 90 giorni nei casi standard, 120 giorni in caso di eventi imprevisti (come malattia o perdita del lavoro), e fino a 12 mesi se sono presenti bambini, per permettere alla famiglia di trovare una nuova sistemazione.
Un ruolo centrale nel gestire lo sfratto con minorenni è affidato ai servizi sociali, che si attivano per supportare la famiglia coinvolta. Possono mediare con il proprietario, aiutare nell’accesso a risorse pubbliche come il Fondo Affitti o il Fondo Morosità Incolpevole, e collaborare con il Comune per prevenire situazioni di emergenza abitativa.
La Legge di Bilancio 2025 ha rifinanziato il Fondo Morosità Incolpevole, offrendo un sostegno concreto agli inquilini in difficoltà. Il nuovo Decreto Sicurezza ha inoltre introdotto norme più rigide e interventi più rapidi contro le occupazioni abusive.
In sintesi, lo sfratto con minorenni è previsto dalla legge, ma deve sempre essere accompagnato da misure che tutelino i più piccoli e ne garantiscano la continuità abitativa.
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