Il permesso di costruire resta necessario per il cambio di destinazione d’uso in centro storico, anche dopo le modifiche introdotte dal Decreto Salva Casa. Il cambio di destinazione da residenziale a B&B, che prevede opere edilizie, è ancora subordinato al permesso di costruire, in particolare nei centri storici, dove si applicano vincoli urbanistici legati alla tutela del patrimonio edilizio.
In una recente sentenza (n. 42369 del 19 novembre 2024), la Corte di Cassazione ha ribadito che, nonostante il Decreto Salva Casa, il cambio di destinazione d’uso con opere in centri storici richiede comunque il permesso di costruire. Anche se la normativa recente semplifica i cambi di destinazione, essa non si applica alle trasformazioni in zone soggette a regolamenti speciali, come quelle dei centri storici, dove le normative di tutela prevalgono sulle disposizioni generali del Testo Unico Edilizia.
Nel caso esaminato, il proprietario di un immobile in centro storico, che aveva trasformato la sua casa in un B&B senza le necessarie autorizzazioni, è stato condannato per violazioni urbanistiche. La Cassazione ha respinto il ricorso del proprietario, sottolineando che il cambiamento di destinazione da residenziale a turistico-ricettivo implica un mutamento sostanziale che richiede il permesso di costruire, in quanto la legge distingue chiaramente tra destinazioni residenziali e ricettive.
Il Decreto Salva Casa ha introdotto semplificazioni per il cambio di destinazione d’uso in altre situazioni, ma non le applica ai centri storici, dove restano in vigore regole più restrittive. In questi casi, le modifiche devono essere sempre precedute dal permesso di costruire, escludendo l’uso della SCIA anche per interventi che rientrano in categorie omogenee.
In sintesi, sebbene il Decreto Salva Casa abbia reso più facili alcuni cambi di destinazione d’uso, nei centri storici i vincoli urbanistici e di tutela del patrimonio richiedono ancora l’autorizzazione specifica per interventi di trasformazione edilizia.